Il Veneto è, come noto, una regione a Geologia complessa e questo fa sì che molteplici siano i rischi derivati dal fenomeno del dissesto idrogeologico, non a caso una delle principali voci di spesa per la Regione è data dai fondi spesi per riparare di volta i volta i danni da frane, alluvioni, etc etc. Questo risulta evidente nel Rapporto di sintesi sul dissesto idrogeologico in Italia, elaborato dall'ISPRA, aggiornato al 2014 e presentato nei primi mesi del 2015. Rapporto che potete trovare sul sito istituzionale dell'ISPRA per avere un quadro più dettagliato. Da esso emerge bene, sopratutto osservando la cartografia, come il rischio frane sia ovviamente tipico della fascia montuosa e collinare del Veneto, mentre il rischio alluvione sia peculiare della bassa pianura. L'intera zona a sud del Po, quindi, tutto il Polesine, è a pericolosità massima (P3), ovverosia esposta a rischi alluvionali da eventi con tempi di ritorno da 20 a 50 anni. La popolazione Veneta esposta al rischio frane è di circa 14.919 abitanti e di ben 440.603 per il rischio alluvioni, ricordiamo che la popolazione complessiva è di poco superiore ai 4 milioni e 900mila abitanti. Per le frane vi è un interessante progetto di monitoraggio in corso, il progetto IFFI, che consta in una cartografia sempre aggiornata su tale fenomeno, con un inventario costante dello stato delle singole frane, corredato anche di documentazione fotografica. Più complessa è la situazione del rischio idraulico, dove la mappatura è più articolata. Tali rapporti sono disponibili in rete e l'auspicio è che siano patrimonio usato da chi si occupa di riduzione del dissesto del territorio, in modo che gli interventi siano mirati, ma anche di chi si occupa di pianificazione urbana e infrastrutture, affinché non si vada ad aumentare i rischi da dissesto, anziché ridurli.
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