Dal mio ufficio di Fusina, vedo allineate, ormai da settimane, le paratoie del Mose, pronte ad essere incernierate ai cassoni che, dopo anni, poco alla volta si sta procedendo a posizionare alle bocche di porto. Non riepilogo la lunga storia dell'opera e il dibattito infinito sulla stessa, non mi riconosco competenze sufficienti, diversamente dal 95 % di quelli che popolano il web, per dire se l'opera serva o meno, ma alla luce dei tristi eventi recenti, su cui non sto troppo a sottolizzare, qualche domanda devo pormela. Oggi, quelli che del Mose furono oppositori, o almeno taluni, chiedono che l'opera sia fermata, demolita addirittura, essendo nata solo come pozzo mangiasoldi e non barriera antiacqua. Il Consorzio e molti - come scrive Poletti sulla Stampa del 9 giugno, asseriscono che ormai si sia al punto di non ritorno, l'opera deve essere conclusa, poiché il non farlo, arrivati a questo punto, sarebbe ancora più deleterio, non solo per l'erario pubblico, ma anche per la fragile Laguna. Ovvio, che alla luce dei fatti recenti, agli occhi dell'opinione pubblica e per gli smarriti membri istituzionali ancora in piedi, sia difficile capire dove stia la realtà e sopratutto è chiaro che chiunque si schieri per l'opera, anche per mero pragmatico realismo, viene immediatamente visto come complice di malaffare. Servirebbe una rapida parola di Verità o quanto meno di Credibile Verosimilità, che nessuno è in grado di dare. Forse, potremmo chiedere aiuto all'UE, la nomina di una commissione di tecnici a livello europeo, non legati in alcuno modo ne agli scandali recenti, ne alle polemiche passate, ma sopratutto ai potentati politici ed economici locali o alle baronie accademiche nostrane, che visionasse i cantieri, la montagna di dati e studi fatti, in un tempo certo (ci sono popoli che diversamente dagli Italiani, sanno rispettare le scadende), potrebbe almeno dirci: a) se l'opera avrà una qualche effettiva utilità, a che punto stiamo, se vale la pena finirla, se siano possibili integrazioni e sopratutto quanto manca. Forse varrebbe la pena, almeno per fornire una buona volta un quadro che non sia offuscato da un sospetto, mai così legittimo.
Blog di discussione e informazione a cura della commissione Rifiuti, Risorse e Bonifiche dell'Ordine Regionale Geologi del Veneto
martedì 10 giugno 2014
com' é triste Venezia...
Dal mio ufficio di Fusina, vedo allineate, ormai da settimane, le paratoie del Mose, pronte ad essere incernierate ai cassoni che, dopo anni, poco alla volta si sta procedendo a posizionare alle bocche di porto. Non riepilogo la lunga storia dell'opera e il dibattito infinito sulla stessa, non mi riconosco competenze sufficienti, diversamente dal 95 % di quelli che popolano il web, per dire se l'opera serva o meno, ma alla luce dei tristi eventi recenti, su cui non sto troppo a sottolizzare, qualche domanda devo pormela. Oggi, quelli che del Mose furono oppositori, o almeno taluni, chiedono che l'opera sia fermata, demolita addirittura, essendo nata solo come pozzo mangiasoldi e non barriera antiacqua. Il Consorzio e molti - come scrive Poletti sulla Stampa del 9 giugno, asseriscono che ormai si sia al punto di non ritorno, l'opera deve essere conclusa, poiché il non farlo, arrivati a questo punto, sarebbe ancora più deleterio, non solo per l'erario pubblico, ma anche per la fragile Laguna. Ovvio, che alla luce dei fatti recenti, agli occhi dell'opinione pubblica e per gli smarriti membri istituzionali ancora in piedi, sia difficile capire dove stia la realtà e sopratutto è chiaro che chiunque si schieri per l'opera, anche per mero pragmatico realismo, viene immediatamente visto come complice di malaffare. Servirebbe una rapida parola di Verità o quanto meno di Credibile Verosimilità, che nessuno è in grado di dare. Forse, potremmo chiedere aiuto all'UE, la nomina di una commissione di tecnici a livello europeo, non legati in alcuno modo ne agli scandali recenti, ne alle polemiche passate, ma sopratutto ai potentati politici ed economici locali o alle baronie accademiche nostrane, che visionasse i cantieri, la montagna di dati e studi fatti, in un tempo certo (ci sono popoli che diversamente dagli Italiani, sanno rispettare le scadende), potrebbe almeno dirci: a) se l'opera avrà una qualche effettiva utilità, a che punto stiamo, se vale la pena finirla, se siano possibili integrazioni e sopratutto quanto manca. Forse varrebbe la pena, almeno per fornire una buona volta un quadro che non sia offuscato da un sospetto, mai così legittimo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento