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martedì 3 giugno 2014

Evoluzionismo alla veneta/2

I più non se ne saranno accorti, ma a fine maggio il nostro caro Veneto è stato protagonista per qualche giorno nel dibattito sulle nuove frontiere della ricerca nel campo evolutivo. L'occasione è stata fornita per il bicentenario della pubblicazione dei volumi della Conchiologia Fossile Subappennina di Giambattista Brocchi (1772-1826) che suscitarono nel 1814 un grandissimo interesse in Europa. Presso quei naturalisti come Lamarck, Cuvier, e i geologi della giovanissima Geological Society of London. Brocchi è stato geologo bassanese che, investito dell'incarico di ispettore delle miniere sotto il periodo napoleonico, raccolse in quest'opere studi suoi ed altrui. Nei volumi corredati di pregevoli incisioni, il Brocchi entrava in modo esplicito nel concetto di specie, in modo pionieristico e originale, con una sua ipotesi alternativa a quelle di Cuvier e di Lamarck. L’eco del dibattito rimase vivo negli anni, a Parigi, Edimburgo e Londra, fino a esser colto da Charles Lyell, autore di Principles of Geology, e dal giovane Charles Darwin, padre della teoria dell’evoluzione. Per saperne di più leggete il pezzo di  Stefano Dominici  su Paleoitalia . Ci sono stati due momenti importanti in queste commemorazioni: un dibattito nella natia Bassano di Brocchi (che ha ospitato anche una pregevole mostra con ricostruzioni a grandezza naturale di dinosauri) a cui ha partecipato il fiore degli studiosi italiani e mondiali dell'evoluzionismo, tra cui il mitico Niles Eldredge, padre della teoria degli "equilibri punteggiati", una rivisitazione del teoria dell'evoluzione, in cui il modello rigorosamente filetico è sostituito da un processo di stasi e accelerazioni, che tra l'altro meglio si confà alle evidenze del record fossile; e una lezione magistrale dello stesso Eldredge presso il dipartimento di Biologia di Padova. Ho presenziato a quest'ultima, e devo dire che ho molto apprezzato lo stile di questo grande, credo che molti degli studenti che l'ascoltavano non avessero ben chiaro il gigante che avevano di fronte, che con uno stile molto gioviale ha dispensato alcune vere perle del suo pensiero, ribadendo il suo essere "neodarwiniano" e non un anti darwiniano, come gli oppositori della sua teoria lo dipingono. E' stato anche un momento di riflessione, la questione evoluzionista non è, a mio avviso, adeguatamente insegnata e sopratutto affrontata ne nella formazione scolastica ne in quella universitaria. E' un dibattito lasciato a pochi. Mentre dovrebbe essere patrimonio pubblico. Aiuterebbe ad avere anche a livello sociale un approccio più consapevole e pragmatico in vari campi, dalla medicina, alla ricerca in senso lato e ai temi dell'economia e dell'ambiente. Aiuterebbe in genere a perseguire maggior razionalità. Aiuterebbe noi tutti ad essere più consapevoli su da dove veniamo e soprattutto che ci facciamo qui.

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