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giovedì 26 settembre 2013

talking about Laguna...

Segnaliamo questa serie di articoli apparsi sulla stampa locale in questi giorni sul tema Laguna di Venezia e la Sua Salvaguardia

Martedì 24 settembre 2013
La Nuova Venezia
Anni di studi per salvaguardia della cittàVENEZIA - La morfologia della laguna, le bonifiche di Porto Marghera, la qualità dell'ambiente e la sua riqualificazione. In quindici anni di ricerche il Corila (Consorzio di coordinamento delle ricerche sul sistema lagunare) ha studiato Venezia sotto ogni profilo e ieri, a palazzo Ducale, ha fatto il punto dei lavori nel convegno «Utilizzo delle ricerche del Corila nella salvaguardia di Venezia». Dall'Università di Padova è arrivato il professore Giampaolo Di Silvio per le ricerche sull'idrodinamica, dall'Iuav Domenico Patassini e Mario Piana per parlare di riqualificazione, pianificazione ed interventi in centro storico. A chiudere i lavori, la tavola rotonda con la soprintendente Renata Codello, l'ingegnere Valerio Volpe, Magistrato alle acque, Giovanni Artico per la Regione e Pierfrancesco Ghetti, assessore alla Sicurezza del territorio. Su una questione tutti si sono trovati d'accordo: il lavoro del Corila è fondamentale per coordinare studi altrimenti separati tra di loro. Volpe ha addirittura proposto: «A un anno e mezzo dal decreto rotte nulla è stato studiato, la Capitaneria ha in mano documenti e il Corila potrebbe contribuire al lavoro sulle alternative per le crociere».(g.b.) (il nostro "amato" presidente era presente all'evento in incognito)

Martedì 24 Settembre 2013
La Nuova Venezia

Barene, difese naturali contro l’erosione
Legno e zolle, non più sassi e cemento. Nascono iniziative per riprendere la manutenzione
Niente più sassi e cemento. Per proteggere le barene dall’erosione, fenomeno sempre più distruttivo per la morfologìa della laguna, saranno utilizzate in laguna tecniche e materiali naturali. Fascine di legno, zolle di terra, canneti e rami di salice. Potrebbe essere la svolta verso la conservazione «naturalistica» della laguna, sempre più minacciata da grandi navi, moto ondoso e lavori sbagliati come lo scavo dei canali che aumenta la velocità dell’acqua e dunque l’erosione. È l’obiettivo del progetto Life Vimine, programma europeo Life-Nature 2012, illustrato ieri a Ca’ Farsetti dai tecnici dell’assessorato all’Ambiente. Due milioni di euro per avviare un programma in quattro anni che prevede la «conservazione e la vigilanza» delle aree più a rischio della laguna, affidate a giovani, pescatori e residenti del’estuario. Approccio del tutto nuovo e rispettoso della delicatezza dell’ambiente, dopo anni di lavori contestati e «rifacimenti» con la logica ingegneristica delle grandi opere. «L’eccesso di grandi opere, a cominciare dal Mose», spiega l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin, «ha monopolizzato energìe e risorse, facendo venir meno la manutenzione». Con le nuove protezioni a base di ramaglie vegetali e l’opera di vigilanza attiva per segnalare i luoghi più degradati da onde e correnti si potrà anche avviare, dice Bettin, un circolo virtuoso che potrà produrre lavoro e occupazione. Un esempio anche per Magistrato alle Acque e Consorzio Venezia Nuova, per valutare l’efficacia di tecniche naturali e meno invasive per la protezione della laguna e delle sue barene.(a.v.)

Giovedì 26 Settembre 2013
Corriere del Veneto
Il Convegno
Laguna, la sfida del parco Bettin: non avrà nuovi vincoli
Elisa Lorenzini

VENEZIA — «È già scritto nella delibera che ha dato vita all'istituzione Parco e lo ribadiamo: non saranno introdotti ulteriori vincoli». L'assessore all'Ambiente Gianfranco Bettin è chiaro nel rispondere alle perplessità di cacciatori e associazioni presenti al convegno organizzato da Venezia Progetta. Bettin lo specifica ancora nel suo intervento: «Sarebbe un elemento di complicazione se producesse norme e rilasciasse permessi, ma non lo farà». L'assessore non è però riuscito a convincere il pubblico, su cui si agita lo spauracchio della legge regionale 40 del 1984. Ad esempio l'articolo 18 prevede che l'autorizzazione edilizia sia subordinata al via libera dell'esecutivo dell'ente Parco. «Come si può applicare solo una parte della legge e non tutta?», si chiede Massimo Parravicini, dell'Associazione Cacciatori Veneti. Maurizio Dissegna, dirigente Parchi e Foreste della Regione Veneto, replica però che la legge 40 regola solo i parchi regionali, mentre quello della Laguna è locale: viene dunque lasciato all'ente locale l'onere di decidere se applicare o no i vincoli. Ma i cacciatori non sono per nulla convinti. La presidente dell'istituzione Parco, Alessandra Taverna, orgogliosa riporta i dati del festival «Isole in Rete» dello scorso fine settimana: 5 mila partecipanti, e 2500 pass venduti per i vaporetti dedicati. Giovanni Giusto, consigliere comunale della Lega Nord, è seduto tra il pubblico e prende la palla al balzo. «L'istituzione è forse un'agenzia turistica? - chiede - si tolgono i vaporetti per i residenti e si aggiungono linee per turisti?». Secca la replica di Taverna: «Quelle linee sono state proposte dagli stessi residenti». Nella sua relazione Fabio Riva, direttore dell'ufficio Salvaguardia del Magistrato alle acque, illustra i compiti dell'istituzione: sorveglianza, controllo dei limiti di velocità, del moto ondoso, dell'inquinamento, per riassumere. Dal pubblico Sebastiano Costalonga, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, interviene. «Se c'è già il Magistrato a controllare, a cosa serve un altro ente? Un costoso carrozzone?». Bettin assicura che la struttura sarà snella. «Forse manca un vero progetto, delle linee guida?» sintetizza le perplessità del pubblico Marta Locatelli, moderatrice e presidente di Venezia Progetta. Il piano ambientale che definisce le caratteristiche del parco infatti secondo la procedura è successivo all'ente che lo deve scrivere. I progetti mancano anche secondo Alberto Lionello, della Soprintendenza, non solo per il parco: «Che senso ha studiare di ampliare il canale dei Petroli se è al vaglio il porto off-shore?».

Giovedì 26 Settembre 2013
La Nuova Venezia
«La laguna rischia di divenire una baia in mare»
Confronto a tutto campo sul futuro del parco, le barene lentamente stanno scomparendo

Sulla carta l'istituzione «Ente Parco per la Laguna Nord» c'è, ma adesso bisogna pensare a come tradurre questa realtà sul territorio, tenendo presente che i due obiettivi sono quelli di valorizzare l'ambiente e il settore socio economico. Si è tenuto ieri alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista il convegno «La laguna di Venezia e l'Ente Parco», organizzato da Marta Locatelli, consigliera comunale e presidente dell'Associazioone «Venezia Progetta». I temi discussi nel corso dell'incontro hanno riguardato i vincoli giuridici, ma anche la specificità del territorio. «La laguna - ha detto il direttore del Corila Pierpaolo Campostrini - non è diversa dalle altre presenti nel mondo, ma quello che la rende unica è l'insieme di fenomeni presenti. I rischi che dobbiamo tenere presente sono: la perdita dell'habitat, l'erosione, l'inquinamento e l'urbanizzazione perché altrimenti la laguna rischia di essere assorbita dal mare e diventare una baia». Proprio per questo Alberto Lionello della soprintendenza per i Beni architettonici, ha sottolineato l'importanza fondamentale di avere un piano di progettazione intedisciplinare per capire anche qual è il destino dell'area e che tipo di interventi si vogliono fare (per esempio il Porto Off Shore). La presidente Alessandra Taverna dell'Istituzione ha parlato del successo della recente manifestazione «Isole in Rete» e dell'interesse della gente, (53494 clic sul relativo blog) che dimostra l'esigenza di un collegamento più intenso. Uno dei problemi in corso è quello dei vincoli (per esempio Legge 40 del 1984) che, se da un lato sono necessari per tutelare l'ambiente, dall'altro devono seguire secondo Carlo Chiodin di Dimensione Progetto «l'andamento dei tempi». Nel Novecento le barene erano il 25% della laguna, oggi sono solo l'8%. Per l'assessore Gianfranco Bettin «Il Parco farà vivere quell'idea di Venezia nella quale le attività umane sono interconnesse e inscindibili dalla natura che è proprio la caratteristica di Venezia che non c'è da nessun'altra parte e fa unica questa laguna». All'incontro erano presenti Fabio Riva, direttore Magistrato alle Acque e Maurizio Dissegna, dirigente della Regione Veneto Parchi e Foreste. (v.m.)
 

 

 

lunedì 16 settembre 2013

Ultimi aggiornamenti, 18/09/13
Il Reggipoggio propone una

Escursione a BOLCA (VR)

il giorno 29 settembre 2013


Il paese di Bolca è situato in provincia di Verona alle porte dei Lessini orientali. Nei pressi del centro abitato si trova uno dei siti fossiliferi più importanti al mondo, grazie allo straordinario grado di conservazione dei reperti, oltre che all'abbondanza di esemplari e alla varietà di specie. Il programma sarà il seguente:

10.00: RITROVO PRESSO BOLCA
10.10 – 11.30: Visita al Museo del Fossili
11.30 – 13.00: Passeggiata paleontologica (semplice itinerario a piedi, che, partendo dal Museo, porta alla valletta della “Pesciara”, il giacimento da cui vengono estratti i fossili; lungo il percorso si osservano anche i basalti colonnari della Purga di Bolca, in affioramento). Il percorso  comprende un tratto di sentiero, un tratto di strada asfaltata e una buona parte di strada bianca (circa 20 min.). Per chi volesse, c’è la possibilità di percorrere i primi due tratti in auto (fino al Bar “Le Castegnare”): gli ultimi 20 min., in discesa, sono comunque percorribili solo a piedi.
13.00 – 14.30: Pranzo al sacco presso la Pesciara (possibilità di consumazioni - caffè, bibite)
14.30 – 15.15: Visita al sito di estrazione dei fossili nelle gallerie
15.15 – 16.00: Possibilità di ricerca di fossili tra gli scarti di lavorazione della cava
16.00 – 17.00: Passeggiata di rientro alle vetture
L'escursione si svolgerà in collaborazione col Gruppo Spelologico di Montecchia di Crosara. Le nostre guide saranno Matteo Dal Zovo, geologo e presidente del Gruppo Speleo, e Gianni Confente, esperto speleologo che da anni collabora alla gestione del sito di Bolca.

Per raggiungere Bolca, uscire dalla A4 a “Montecchio Maggiore” e seguire le indicazioni per Valle del Chiampo (inizialmente per Valdagno-Recoaro, poi per Arzignano-Chiampo). Passato Chiampo, a Crespadoro si prende una stradina a sinistra che ci porta a Bolca da nord (la strada per Vestenanuova quel giorno è chiusa per una manifestazione sportiva).
Cliccare qui per i dettagli.
Da Bolca, per raggiungere in auto la Pesciara bisogna tornare a Crespadoro, scendere fino a Molino e risalire in direzione di Bolca per circa 3.5 km; 20-25 minuti di auto. Parcheggiare e scendere a piedi per la stradina sulla sinistra. Cliccare per dettagli.

Abbigliamento consigliato: scarpe da ginnastica, indumenti comodi. Abbiamo prenotato il bel tempo, ma si consiglia comunque un k-way e una giacca pesante, che sarà utile anche durante la visita dei locali sotterranei della miniera.
L'escursione prevede un costo di circa 10 euro, comprensivi della quota per l'ingresso al Museo e alla Pesciara e per un contributo all'associazione
Per prenotazioni e informazioni: ilreggipoggio@gmail.com