Inizia oggi una serie di interventi, a fine ludico didattico, a tema Paleontologico, per conoscere gruppi tassonomici e aspetti evoluzionistici. I
fossili hanno enorme importanza nella comprensione del funzionamento
della vita sulla Terra e non sono semplici oggetti di un vuoto
collezionismo, o un lezioso passatempo. Ognuno di essi di racconta
qualcosa, sulla storia della vita e, a volte, anche della nostra
personale, uno mi è particolarmente simpatico, perché è legato ad un
aneddoto dei miei anni universitari, che farà, forse, ancora sorridere i
miei compagni di allora presenti al fatto. Il fossile è un brachiopode
(invertebrati con guscio a due valve, che vivono fissati sul fondo
marino con un peduncolo carnoso che gli esce da un foro sul guscio,
sulla Terra, con alterne fortune, dal Cambriano - 590 mln di anni fa -
tutt'ora esistenti), del genere Pygope (nella foto Pygope janitor, fonte
internet - presente sulla Terra a cavallo tra il Giurassico superiore e
il Cretaceo inferiore - a spanne tra i 150 e i 120 mln di anni fa).
Questo genere di brachipode ha un curioso foro nel mezzo del guscio. Ed è
un'esempio classico della legge di ricapitolazione di Haeckel del 1866,
la cosiddetta ontogenesi (la crescita dell'individuo, non la nascita
degli onti...) che ricapitola la filogenesei (l'evoluzione delle
specie), studiando infatti fossili coevi di Pygope, che rappresentavano
individui in diverse fasi di crescita, si è visto come questi
ricalcassero il percorso evolutivo del genere, che aveva visto il
progressivo accentuarsi della bipartizione del guscio e successiva
richiusura con formazione di foro centrale (altro esempio di tale legge
lo abbiamo se osserviamo gli stadi di sviluppo dell'embrione umano).
Ecco questo è Pygope, in soldoni, il fatto simpatico cui è legato,
avvenne il giorno in cui il nostro professore di Paleontologia
all'Università, uomo che non si potrebbe definire molto affabile (almeno
con gli studenti...), tentò simpaticamente d'introdurre la
presentazione di questo fossile... ci chiese di non scandalizzarci di
fronte ad esso, per via della forma che a suo dire n'evocava in maniera
troppo immediata e evidente un'altra, assai procace, ma sopratutto
peccaminosa, ci disse sottovoce, che esso raffigurava il fondoschiena
(usò un termine più esplicito, ma per rispetto dell'istituzione edulcoro
le parole) di una prostituta nigeriana. Qualcuno tentò il sorriso, ma
in più d'uno ci chiedemmo: ma che frequentazioni ha quest'uomo.... e
sopratutto, ma perché proprio di nigeriana (il perché fosse di
prostituta ci era, invece, abbastanza ovvio...)?
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