Molti di quelli che sono diventati Paleontologi o Geologi come chi scrive, al di là poi dei campi in cui effettivamente hanno esercitato la professione, lo debbono al richiamo che da bambini esercitarono su di loro le strabilianti faune mesozoiche: per le Geoscienze e la Paleontologia in particolare, i Dinosauri sono un brand fortissimo, tipo Venezia per il turismo. Certo il brand andrebbe sfruttato meglio, visto che, almeno nel caso italiano, questo non avviene e sono altri settori quelli che si giovano della forza mediatica dei dominatori del mesozoico. Le Geoscienze italiane non se la passano bene per molti motivi, l'insipienza della politica certo, la scarsa avvedutezza del mondo economico pure, ma anche la presuntuosa chiusura di tanta parte del mondo accademico, che va ormai per consunzione. Se l'Università non ritrova una feconda sinergia con società, cultura, imprese, tecnica e tecnologia, temo le Scienze della Terra in Italia faranno la fine delle Ammoniti, che oggi son più affare da marmisti.
Il rischio è che fanciulli di oggi, ammaliati dal canto del Dinosauro, domani non trovino da nessuna parte nel bel paese dove poter studiare e apprendere quello staordinario racconto che solo la Paleontologia e le Geoscienze possono narrare.
Per cui oltre a portare i bimbi a queste occasioni, riflettiamo sull'importanza dello studio e tutela dei geositi e del patrimonio paleontologico, sulla valorizzazione della musealità, ma anche su tutti quelli aspetti quotidiani e tangibili, dove le Scienze della Terra sarebbero indispensabili, per una miglior permanenza dell'Uomo su questo Pianeta.