Mercoledì
12 Marzo 2014
La
Nuova Venezia
La
laguna resta inquinata l’allarme dei dati Arpav
Consegnati
alla Regione i risultati del monitoraggio chimico e biologico
Mercurio
trovato in cozze e vongole, Rialto tra le aree con le maggiori tossicità
di
Enrico Tantucci
La
laguna di Venezia sta decisamente male dal punto di vista ecologico e
ambientale. Lo certifica anche il primo ciclo di monitoraggio sui cosiddetti “corpi
idrici” della laguna - canali e bacini acquei - consegnato in questi giorni
alla Regione dall’Arpav, l’Agenzia regionale per l’ambiente del Veneto e dallo
stesso Magistrato alle Acque che ha condotto a sua volta un ciclo di
rilevazioni, con dati rilevati sino alla fine del 2012. Dal punto di vista
biologico è stato monitorato lo stato di salute di pesci, molluschi, piante
lagunari e altri organismi dell’ecosistema. Risulta in particolare scarso lo stato
ecologico di aree lagunari come Dese, Millecampi Teneri, Val di Brenta, Teneri,
Marghera e Tessera, mentre lo stato chimico sarebbe buono per tutte le aree
secondo l’Arpav. I saggi biologici compiuti nel 2011 dall’Agenzia ambientale
hanno rilevato ad esempio la tossicità di un crostaceo come il Corophium
orientale - utilizzato proprio come bioindicatore del grado di inquinamento delle
acque marine o salmastre - in aree lagunari come Valle Ca’ Zane, le Paludi di
Cona e della Rosa, San Giacomo, Buel del Lovo, Lazzaretto Vecchio, Sacca Sessola,
Millecampi, Bassofondo Fisolo, San Pietro in Volta, Settemorti, Valle
Pierimpiè, Val di Brenta e persino a Rialto, dove la tossicità è confermata
anche da altri indicatori biologici come l’alga Dunaliella terctiolecta e
microorganismi come il Vibrio fisceri. Ma in base a questi indicatori, la tossicità
- solo per restare vicino a Venezia - riguarda ad esempio Ponte della Libertà,
Campalto, Vignole, Tessera, Palude di Burano, Sacca Sessola, Lazzaretto Vecchio
e molti altri siti lagunari. Venendo poi in particolare a cozze e vongole, la
presenza di mercurio oltre i limiti consentiti è stata rilevata con i monitoraggi
Arpav ancora una volta a Rialto, ma anche a Tessera, nella Palude di Burano, a
San Giacomo, nella Valli da pesca Ca’ Zane e Lanzoni, alle Vignole, a San
Nicolò, al Lazzaretto Vecchio, a Sacca Sessola, a Millecampi, al Lago dei
Teneri, e si potrebbe continuare. Ma anche tornando allo stato chimico - pur
definito complessivamente buono per la laguna nel rapporto - non mancano le
criticità per il superamento di oltre il 20 per cento del livello massimo
ammesso di sostanze inquinanti nell’acqua come cadmio, piombo, mercurio,
benzopirene, fluorantene nella Valli da pesca Dogà, Cavallino, Ca Zane, Lanzoni
Zappa e Pierimpiè, nella Palude di Burano, ancora a Rialto, alle Vignole, a Sant’Erasmo,
a San Nicolò. Ma anche in questo caso l’elenco potrebbe continuare.
Mercoledì
12 Marzo 2014
La
Nuova Venezia
Aggiornato
il Piano Direttore
La
Regione - sulla base dei dati del monitoraggio dell'Arpav, l'Agenzia regionale
per l'ambiente - che ha appena aggiornato il piano direttore per la prevenzione
dell'inquinamento e il risanamento delle acque del bacino scolante, che
risaliva al Duemila. Quel Piano, facendo propri i limiti posti dalla Legge
Speciale per Venezia, aveva fissato l'obiettivo di sversare ogni anno in laguna
un carico massimo di 3 mila tonnellate di azoto e 300 di fosforo. Ebbene se il
carico di fosforo nei dieci anni successivi e fino ad oggi ha più o meno
centrato l'obiettivo, il carico di azoto è stati ben 5 mila tonnellate
all'anno, con una punta di 7300 toccate nel 2010. Il monitoraggio ha messo in evidenza
che a portare l'azoto sono i corsi d'acqua e i canali agricoli che scaricano in
laguna. Dal monitoraggio compiuto dall'Arpav nel triennio 2010-2012 è emerso che
i parametri particolarmente critici sono l'azoto ammoniacale e a seguire
l'azoto nitrico e il fosforo.
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