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lunedì 5 maggio 2014

Ci risiamo, bomba d'acqua

Segnaliamo e archiviamo,

documento ARPAV

Certo che sta bomba d'acqua è caduta a fagiolo, schiere di candidati sindaci a monitorare, sorvegliare, visitare case, strade, campi allagati!
Il commento è facile e in parte demagogico: CEMENTIFICAZIONE!
Certo, l'urbanizzazione senza criteri è componente importante in quello che è successo la settimana scorsa nella fascia centro occidentale del Veneto, ma a mio vedere c'è di più!
Tra i primi a lamentarsi ci sono stati gli agricoltori, stimando centinaia di migliaia di euro di danni per i raccolti danneggiati, mi chiedo quanti tra questi conservano i fossati, li tengono puliti, rispettano le quote assegnate dai consorzi, rispettano le vecchie regole di aratura e sistemazione degli appezzamenti.
E i consorzi? Mancanza di fondi, personale, forse gestione delle risorse errata? Sta di fatto che la rete minore va in crisi facilmente.
Poi l'urbanizzazione, programmazione, mancanza di visione, mancanza di conoscenza, mancanza di uno sguardo che vada oltre un mandato elettorale!
Le bombe d'acqua sono sempre più frequenti, e il territorio subisce. Qualunque parte del nostro paese colpito da 250mm in 5 ore, finirebbe allagata, ma questo non può esser portato come giustificazione.
Le previsioni dell'IPCC http://www.ipcc.ch/ sono chiare, ma rimangono discorsi "alti", "distanti"!
Vabbè, il clima cambia...
Il clima siamo noi, è la nostra vita quotidiana e condizionerà sempre più pesantemente la nostra esistenza.
E' profondamente sbagliato non trovare un nesso tra cambiamenti climatici e quel fossetto (cosa vuoi che serva quel fossetto che è quasi sempre secco, tombiniamolo!), tra un campo appena seminato e allagato e i nostri modi di vivere.
Cosa centra la geologia in tutto ciò?
Centra per la forma mentale che il geologo dovrebbe avere, per quel pensare OLISTICO, e su lunghi periodi che lo distingue dagli altri scienziati naturali. Centra nello specifico perchè un'attenta analisi del microrilievo del territorio eviterebbe urbanizzazioni in posti non adatti, suggerirebbe un diverso dimensionamento della rete di scolo, etcc.. Questa non è fantascienza, è scienza e pratica di basso costo, con professionalità già presenti ma non sfruttate!
Per uscirne serve un piano nazionale, scalato a livello locale, fatto da una serie di interventi specifici di manutenzione, ampliamento, miglioramento, con i quali "aggiustare" il territorio.
Servono poi una serie di divieti! Ricordo che nell'alluvione di Mestre del 2007 fu vietata la costruzione di nuove abitazioni con garage interrato.
Vi segnalo questa presentazione:
http://www.image.unipd.it/master_bonifica/Interventi_Convegno_Rovigo_2012/CARRARO_Rovigo_23-03-2012.pdf