L'Idrovia Padova -Venezia, iniziata negli anni '70 e mai completata, doveva essere un canale navigabile per il traffico di chiatte-merci dalla zona produttiva di Padova alla Laguna di Venezia. Rimase un'incompiuta, esiste solo il primo tratto, che parte dalla ZIP di Padova e arriva a Vigonovo e il tratto finale con tanto di conche di chiusura, in Zon Piazza Vecchia a Mira. Il primo tratto "sfocia" nel Brenta, il secondo direttament in Laguna di Venezia ed è collegato al canale Taglio Novissimo, derivazione del canale Naviglio Brenta, sostanzialmente sia crea un raccordo tra reti d'acqua artificiali e naturali. Oggi il tema del suo completamento è molto dibatutto, sopratutto dopo i recenti eventi alluvionali che hanno colpito in modo distastroso il territorio della bassa padovana. La si vorrebbe in funzione di "scolmatore" per drenare acqua dal Brenta, quando questo non è in grado di riceverle. Scaricando il tutto in Laguna, nella zona di Mira. Grande propugnatore di tale tesi è il Prof. Ing. D'Alpaos del dipartimento d'ingegneria di Padova. Il prof. D'Alpaos è indubbiamente un'autorità in tema di idraulica e di dinamiche fluviali e ha battuto il territorio per convincere cittadini e politici della bontà delle sue tesi. Riuscendoci appieno. Infatti, chiunque provi a dire qualcosa di diverso, viene subissato di contumelie e nessun accademico di spessore apertamente dice qualcos'altro. Semmai studi e ipotesi alternative, laddove qualcuno ne faccia, circolano in via informale e a dire qualcosa di diverso ci sono solo alcune amministrazioni e forze politiche, che ovviamente sono tacciate di campanilismo. Questo derelitto geologo che vi scrive, e lo fa a titolo personale, non vorrei mail che il Reggipoggio fosse oggetto di attacchi ingiuriosi, si peremette di avanzare, però, alcuni dubbi sulla questione, in ordine crescente di importanza per il sottoscritto:
- prima iniziare un intervento così complesso e costoso, che andrà inevitabilmente ad interferie con il territorio (pensiamo alle terre scavate, all'interferenza con le acque degli acquiferi superficiali, per dirne alcune), non sarebbe opportuno valutare il ripristino dell'idografia secondaria e delle zone di esondazione, obliterate dallo sviluppo urbano recente, non sempre "attentissimo" alla necessità di lasciare i suoi spazi all'acqua?
- non si ritiene che in tal modo il problema sia solo "spostato" più a valle? Si creerebbe uno snodo idraulico piuttosto complesso nella zona del Taglio Novissimo, gestirlo con sifone, mi pare azzardato, e foriero di forti criticità. Oltre che vi sarebbero problemi di sedimentazione e di disequilibrio nella zona barenicola fronte l'idrovia.
- ci ricordiamo che nel 2015 abbiamo un appuntamento? La direttiva quadro UE 2000/60 (http://www.direttivaacque.minambiente.it/ ), richiede di raggiungere lo "stato buono" delle acque dei bacini di scolo, (come la Laguna) ai fini di ripristinare una certa salubrità degli ecosistemi (e quindi anche degli ambienti dove viviamo noi) idrici, non che ridurre l'inquinamento delle acque. Crediamo davvero che un canale come dovrebbe essere l'idrovia, di fatto rettilineo e di grande portata, durante eventi di piena non scarichi l'iradiddio che raccoglie nel suo percorso? Per avere un abbattimento del carico inquinante delle acque verso un bacino, queste devono arrivare con moderazione e attraverso percorsi lunghi, affinché i processi di "digestione" propri degli ecosistemi fluviali si possano compiere. Non a caso, se osserviamo i percorsi degli alvei naturali del Brenta, nella sua fase pre-antropica, vedremo nei paleoalvei, una storia di divagazioni, diramazioni, etc...
- infine, io credo che la sicurezza DALLE acque si raggiunga ripristinando il più possibile una dinamica naturale del loro corso, naturalmente i corsi d'acqua sviluppano i loro tracciati proprio per abbattere gradualmente l'enegia idraulica, le innaturali irregimazioni umane spesso obliterano tale elemento. L'idrovia sarebbe un canale rettilineo, che scorre da SW a NE - il percorso contrario di tutti i corsi d'acqua della conoide del brenta che sfociano in laguna - indi sarebbe un elemento fortemente artificiale e artificioso, slegato dal contesto dei meccanismi idro-geomorfologici che hanno modellato il territorio della bassa pianura veneziana. questo comporterebbe a mio avviso la possibilità di pesanti "effetti collaterali", non facilmente prevedibili.